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Luana Pensieri

Psicologa e Psicoterapeuta

Residente in Via Tagliavini 4 42100 Reggio Emilia

e-mail: [email protected]

Il Consultorio Giovani (OPEN G) di Reggio Emilia è stato istituito nel 1990 sulla spinta di un programma di prevenzione proposto dalla Regione Emilia Romagna nel 1987. A seguito dell’emergenza di problematiche giovanili sempre più pressanti e della constatazione della non affluenza dei giovani ai consultori familiari, si è voluto offrire ai ragazzi uno spazio specifico nel rispetto di alcuni criteri facilitanti l’accesso:  prestazioni gratuite, rispetto della privacy, ambiente informale, libero accesso.

Il servizio si rivolge ai giovani dai 14 fino ai 20 anni e a chi lavora o vive con i giovani, ha una valenza provinciale ed è ubicato nella città di Reggio Emilia

Le prestazioni erogate sono gratuite e ad accesso libero, nel senso che un/a ragazzo/a può presentarsi autonomamente per chiedere un appuntamento nella tutela della privacy, e senza alcuna spesa, o telefonare ad un numero del servizio a cui lo psicologo referente risponde nell’arco di una settimana. Tale modalità è stata studiata in funzione delle esigenze dei ragazzi che solitamente hanno caratteristiche di immediatezza. In adolescenza, infatti, si vivono le difficoltà nel “qui ed ora”, e, anche se non ci sono gli estremi dell’urgenza, la risposta tempestiva valorizza il bisogno, rendendo anche più facile l’aggancio. I tempi dei ragazzi sono sicuramente più veloci di quelli adulti, e non cogliere il bisogno in un tempo breve significa a volte anche perderlo.

Il Consultorio Giovani si avvale di un’èquipe multidisciplinare. Le figure coinvolte sono Psicologo, che, nei primi tempi, si occupava di prevalentemente di problemi legati alla sessualità, ma che negli ultimi anni ha ampiamente allargato il suo campo d’azione prendendo in carico anche problemi relazionali, emotivi ed evolutivi, il Ginecologo e l’Ostetrica che si occupano dei problemi della sfera sessuale, sia da un punto di vista informativo, sia preventivo, sia di cura.

Le attività proposte si dividono in attività rivolte ai giovani (prevenzione primaria e secondaria, formazione, educazione all’affettività e alla sessualità) e rivolte a chi vive e chi lavora coi giovani (formazione e supervisione).

Le attività rivolte ai giovani si suddividono in attività di tipo consulenziale, dove sono coinvolti i servizi di consultorio ostetrico-ginecologico e consultorio psicologico, che dopo vedremo in dettaglio, attività di tipo educativo soprattutto nei percorsi di educazione all’affettività e alla sessualità, e di tipo preventivo che appartengono all’ambito delle cure primarie oppure che sono rappresentate da progetti speciali che di seguito illustreremo .

Vedendole in specifico:

·               Il Consultorio ostetrico-ginecologico è aperto due pomeriggi la settimana e risponde a: problemi che riguardano la sfera sessuale,la contraccezione, eventuali disfunzioni fisiologiche sessuali;  problemi di tipo ginecologico e andrologico, ovvero a tutti quegli aspetti organici che possono ostacolare lo sviluppo e i rapporti sessuali. Sul tema della contraccezione  si risponde con informazioni ed eventualmente prescrizione dei contraccettivi stessi, si fa informazione sulle malattie sessualmente trasmissibili, ed infine, si accompagnano le minorenni nei percorsi di gravidanza e di interruzione volontaria di gravidanza (3-4 all’anno).

·               Il Consultorio Psicologico, come già dicevamo, eroga prestazioni gratuite,  e ad accesso libero. L’adolescente può accedere al servizio, “bussare alla porta” e chiedere un appuntamento allo psicologo oppure telefonare ad un numero con una segreteria attiva 24 ore su 24. I prodotti (nome alquanto inadeguato per un servizio rivolto ai giovani, ma ormai assunto in ambito di accreditamento sanitario ) del Consultorio Psicologico sono: osservazione e diagnosi, dove il percorso concordato con il ragazzo serve solo a valutare il suo stato psicologico attraverso una serie di colloqui e una valutazione psicodiagnostica; la consulenza che consiste in una semplice visita in cui si accoglie la domanda del paziente e si risponde con informazioni o con proposte di percorso; il counselling, ovvero una prestazione ambulatoriale atta a guidare l’individuo verso una migliore comprensione dei suoi problemi e potenzialità, seguendo un focus preciso con una durata breve; la psicoterapia ovvero un trattamento sistematico ambulatoriale svolto con colloqui specialistici programmati, per intervenire sul disagio e sui disturbi psichici gravi e medio gravi (patologie relazionali, disturbi d’ansia, disturbi di personalità, disturbi del comportamento alimentare, disturbi sessuali). La psicoterapia privilegia nel focus di intervento il livello intrapsichico interconnettendolo con quello interpersonale. Inoltre, si ha una visione dell’adolescente come di un soggetto in evoluzione, caratterizzato da molte capacità di cambiamento, vivendo la diagnosi non come definizione di patologia ma descrizione del funzionamento del ragazzo, in via di crescita.

·               Le cure ambientali, ovvero tutte quelle attività che si occupano dell’interpersonale e che lavorano in un’ottica di prevenzione primaria come l’orientamento scolastico per i ragazzi che frequentano le terze medie; l’orientamento  lavorativo per chi decide di non proseguire una volta terminato il percorso scolastico obbligatorio; il sostegno e la facilitazione all’inserimento e/o frequenza scolastica o lavorativa, del tempo libero e tutte quelle situazioni che riguardano l’interpersonale;

·               Le attività di educazione alla salute, all’affettività e alla sessualità nelle scuole medie e superiori.

·               Ed infine i progetti speciali, nati nell’arco di questi ultimi 15 anni, sono la peculiarità del consultorio giovani di Reggio Emilia:

o                                GANCIO ORIGINALE:  attività di volontariato giovanile  nato nel 1991 dal servizio di Psicologia Clinica. I volontari, che nei primi anni erano circa un centinaio, ma che attualmente superano le 400 unità all’anno, prestano il loro tempo a favore di bambini e ragazzi conosciuti dal servizio, aiutandoli nei compiti, individualmente o in gruppo, all’interno e in collaborazione con le scuole. Gancio Originale è riuscito a costruire una rete di collaborazione e disponibilità che permette di lavorare nella pluralità del territorio. I volontari si ritrovano coi ragazzi, due pomeriggi la settimana, nei workshop (laboratori di restauro delle capacità relazionale, all’interno delle scuole) per fare attività scolastiche e laboratori espressivo creativi, coordinati da giovani psicologhe. Ai volontari è richiesto poco tempo la settimana ( 2-3 ore).

     A loro viene solo richiesta la continuità, indispensabile nelle relazioni di aiuto. Ogni    anno c’è un alto turn over di ragazzi e in questi anni il servizio ha conosciuto più di 3000 volontari diversi. Da sottolineare che inizialmente Gancio si occupava di volontariato  singolo in un abbinamento studiato tra ragazzo a rischio o disabile e giovane volontario, mentre dal 1995 sono iniziate le esperienze di workshop. Queste ultime sono importanti per un valore aggiunto dato dal gruppo stesso: la catena del tutoring, ovvero tutti sono accompagnati nel percorso che fanno, i ragazzi sono seguiti dai volontari che sono coordinati dai tirocinanti psicologi, che sono supervisionati, a loro volta, dai professionisti del servizio; ed inoltre, si sviluppa un processo di prevenzione a doppio livello prevenzione primaria  sui giovani volontari che vedono valorizzate le loro risorse e prevenzione secondaria sui ragazzini a disagio che si sperimentano in relazioni sociali positive. Il punto di forza di Gancio Originale è che è una struttura flessibile fatta da giovani, insieme ai giovani, che si basa su un lavoro di rete consolidato, e che viene vissuto non nei luoghi dell’emarginazione ma nei luoghi del territorio che i ragazzi e i volontari imparano a conoscere e riconoscere.

o                                La STANZA DI DANTE è un progetto nato all’interno dello stesso Gancio Originale quando l’alto tasso di immigrazione  ha posto di fronte alla necessità di organizzare dei workshop chiamati “d’accoglienza”, dove l’obiettivo principale è l’apprendimento della lingua italiana. Il progetto, nato nel 2001, è stato considerato, nel settembre del 2004, uno fra i tre migliori progetti italiani di intervento per il benessere dei giovani immigrati. Per questo è stato anche mandato in onda su RAI 3. La cosa più bella dei workshop di accoglienza è che ad aiutare i ragazzi che sono appena giunti in Italia sono altri giovani di origine straniera integrati da tempo nella realtà italiana. Ovviamente, nessuno meglio di loro è in grado di cogliere le mille problematiche connesse all’immigrazione. I giovani volontari-mediatori culturali possono quindi scambiare le loro esperienze e dare valore alle difficoltà dei ragazzi seguiti. L’Ausl ha un ruolo di promozione di queste attività, nel suo programma di sostegno alla crescita, che valorizzano le risorse dei giovani attraverso il lavoro con altri giovani più giovani.

o                                Il FREE STUDENT BOX è l’ultimo e più recente dei progetti speciali dell’Ausl di Reggio  Emilia, nato nel 2004, grazie ad un finanziamento provinciale. L’idea di offrire una consulenza gratuita alle scuole con una doppia valenza: all’interno delle scuole superiori ( nell’a.s.2004/5 sono state cinque le scuole superiori coinvolte)   con uno psicologo che apre settimanalmente uno sportello d’ascolto; on line nel sito www.free.studentbox.it dove uno psicologo risponde a qualsiasi tipo di consulenze, nella tutela della privacy. Qui si possono trovare informazioni ed esprimere dubbi, e dove ci sono tre percorsi preferenziali: per i ragazzi, per i genitori, per gli insegnanti.

Le attività rivolte a chi vive e lavora coi giovani sono prevalentemente di tipo formativo (consulenza, formazione, supervisione, progettazione) e si suddividono in: consulenza e supervisione individuale o di gruppo a docenti ed educatori; partecipazione alla progettazione di interventi per il tempo libero, per il lavoro e per lo studio, ai progetti dell’educazione alla sessualità e all’affettività, ecc.; counselling individuale e di gruppo per i genitori. In particolare è da segnalare il progetto ITACA, attivato nel 2000 grazie ad un finanziamento regionale per consultori giovai. È un progetto di consulenza rivolto a gruppi di genitori di adolescenti e preadolescenti; attualmente sono rimasti 3 gruppi condotti da psicologi-psicoterapeuti e 2 gruppi di auto-aiuto supervisionati dagli stessi terapeuti 3-4 volte all’anno.

Le attività formative si rivolgono agli adulti e ai ragazzi. Per quanto riguarda la formazione degli adulti sono stati organizzati diversi cicli di seminari a tema, all’interno del servizio promossi dall’Open G, dove sono venuti esperti nazionali, come Charmet e il suo gruppo di lavoro.

La formazione dei giovani passa attraverso momenti esperienziali importanti, ad esempio sono sette anni che si organizza il Seminario al Seminario, ovvero un seminario residenziale, in un seminario di frati cappuccini, “a tema” per i giovani volontari, che viene sempre accompagnato dalla stesura di un annuario che contiene le testimonianze dei volontari e interventi di specialisti. La stessa formazione passa anche attraverso il continuo contatto con il coordinatore dell’esperienza o la stessa riflessione del lavoro che si sta facendo. Importante il lavoro fatto sulla Peer Education nel progetto del FREE STUDENT BOX, dove studenti alla pari collaborano e fanno da filtro per lo psicologo.

L’Open G è caratterizzato da una flessibilità e una dinamicità nella progettazione e realizzazione delle attività rivolte ai giovani con i giovani.

È un servizio che risponde a bisogni dei ragazzi sul territorio, secondo un’ottica di medicina sociale come intendeva Adler già nei primi anni del secolo. Egli, infatti, all’età di 50 anni, dopo aver raggiunto mete professionali importanti e dopo aver vissuto vicissitudini sociali drammatiche (prima guerra mondiale, povertà del paese, difficoltà relazionali e umane della popolazione), iniziò la fondazione e il graduale sviluppo di istituzioni che per lui si avvicinavano meglio alle esigenze della popolazione: centri di consultazione per insegnanti, centri di consultazione medico- pedagogici, giardini d’infanzia e scuole sperimentali. Gli insegnanti si incontravano con lui o con i suoi collaboratori per discutere i problemi dei ragazzi “difficili”,  che avevano nelle loro classi,  i genitori portavano i loro ragazzi a consultazione, e la linea guida che sottendeva il lavoro era l’accompagnare il giovane, l’adulto, l’altro nel migliore dei modi in un percorso di crescita lungo e faticoso.

In un normale percorso di crescita, secondo Adler, ognuno di noi nasce con un sentimento di inferiorità esistenziale che ci spinge a cercare le strategie opportune per sopravvivere. Fondamentale nell’uomo sono la volontà di potenza, ovvero  istinto di sopravvivenza, e il  sentimento sociale, ovvero la propensione alla cooperazione e alle relazioni interindividuali, entrambi operano consapevolmente e inconsapevolmente, per contrastare il  senso di inadeguatezza. Sostenuti dall’istinto di sopravvivenza che ci spinge a proseguire verso mete sempre più alte, e aiutati nel nostro percorso dalle condizioni esterne di accoglienza, troviamo il modo di compensare il senso di inadeguatezza e di scoprire le risorse personali realistiche; esse ci consentono di affrontare i compiti vitali quali la produttività (ciò che noi facciamo nella vita), l’amore il sesso e la famiglia (gli affetti e la costruzione del nostro nucleo familiare), la socialità (stare bene con gli altri). Se qualcosa non  funziona all’inizio nei primi rapporti col mondo, il senso di inferiorità può sprofondare nel complesso di inferiorità, ovvero una bassa consapevolezza delle proprie risorse reali e un sentimento sociale sottosviluppato. Questo causa una supercompensazione che porta alla protezione del soggetto, che sfugge i collaudi con la realtà.

Un aiuto equilibrato da parte degli adulti intorno al bambino gli permettono di superare il sentimento di inferiorità, proteggendolo, aiutandolo e incoraggiandolo. I progetti speciali dell’Open G di Reggio Emilia, si basano proprio sulla stimolazione del sentimento sociale e sulla promozione delle risorse dei ragazzi che portano a strategie auto-compensatorie che aiutano l’adolescente ad affrontare l’inferiorità e l’inadeguatezza tipiche della vita stessa.

Una “buona relazione educativa” è quella che individua le caratteristiche del ragazzo cercando di incoraggiarlo laddove ne sente il bisogno senza legarlo a dipendenze schiaccianti, ma porgli anche i limiti necessari alla sua sopravvivenza. Apporti ambientali favorevoli permettono la crescita, l’apprendimento e l’integrazione sociale e portando al superamento del sentimento di inferiorità.

Vi sono compensazioni che agiscono nello stesso settore in cui si è manifestata l’inferiorità e altre che operano scelte diversive o sostitutive.

Si possono considerare positive le compensazioni che pongono un effettivo rimedio all’inferiorità di partenza, ma senza intaccare il sentimento sociale e che lascino quindi spazio armonico alle relazioni interpersonali. Sono cioè quelle condotte che permettono all’individuo di superare la situazione di inferiorità, rimanendo legato alla vita reale, rispondendo in modo adeguato ai compiti vitali, mantenendo i collaudi con la realtà.

Inoltre, Adler sostiene che ogni persona possiede la tendenza a stare bene con gli altri, istanza che dicevamo sopra chiama sentimento sociale; alla nascita è debole per cui se non viene incoraggiato da solo non cresce. Il sentimento sociale esprime anche il bisogno naturale di ogni uomo di contribuire al benessere e alla crescita della comunità. Lo stesso autore sostiene che la patologia o il benessere della persona sono direttamente collegati  allo sviluppo o meno del sentimento sociale.

Esperienze che insegnano a stare bene con gli altri aiutano quindi a sviluppare il sentimento sociale, indicatore fondamentale di benessere.

Credo che un ultimo, ma non per importanza, elemento da sottolineare che rappresenta bene l’attività dell’Open G di Reggio Emilia è il significato preventivo che ha il servizio.

Non esiste prevenzione efficace che non crei relazione e promozione del benessere. Si fa promozione con tutti i giovani e si fa prevenzione con i giovani a rischio.

Si parla di:

§         prevenzione primaria: che va a lavorare la dove ancora non esiste il disagio, cercando di parlarne e fare informazione sul “problema”. Riguarda tutti quegli interventi che influiscono positivamente sulla qualità della vita giovanile, promuovendo salute, cultura, benessere e socializzazione. Tali iniziative, se non possono ancora considerarsi preventive in senso proprio, rappresentano però una base d’appoggio per qualsiasi politica in campo sociale, in quanto offrono sostegno nell’affrontare quel  disagio diffuso derivante dalla condizione di complessità che caratterizza la nostra società, e costituiscono una risorsa per accompagnare e supportare il disagio evolutivo legato alle difficoltà specifiche relative ai compiti di sviluppo dell’età adolescenziale.

§         prevenzione secondaria: che va a lavorare dove c’è la conoscenza da parte dell’utente del “problema”, anche se ancora non c’è una grossa difficoltà. Si riferisce a quegli interventi che scaturiscono da progetti mirati sullo sviluppo di fattori protettivi e sul contenimento di fattori generali di disagio personale e sociale che possono ostacolare il percorso di adattamento del ragazzo. Inoltre riguardano tutti gli interventi rivolti alle varie forme di devianza, che riguardano gli individui e i loro contesti familiari. Possono essere iniziative di accompagnamento, sostegno, counselling, orientamento, risocializzazione e, sul versante sociale, si tratta di azioni rivolte a prevenire processi di stigmatizzazione  e di emarginazione sociale di giovani a rischio.

§         prevenzione terziaria: o riduzione del danno, dove il “problema” è conclamato e si cerca di migliorare la vita all’utente cercando di fornire le cure primarie, evitando che la sua situazione non sia peggiorata da comportamenti a rischio.

Ma alla base di tutti gli interventi perché siano efficaci ci deve essere un atteggiamento da parte degli operatori a promuovere il benessere degli utenti, creando con loro delle relazioni di fiducia.

Credo che sia proprio questo lo spirito che viene promosso all’Open G di Reggio Emilia, e che ha permesso nel tempo di agganciare tanti giovani, sia come volontari sia come utenti.

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